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Agrate. Finalmente le tre effe del cross

Inserito da ste_scal il 08/02/2017 alle 11:41 nella sezione cross & trail

Eh si, ad Agrate abbiamo finalmente vissuto una giornata da cross vero, quello delle fatidiche tre effe: fango, freddo e fatica. Questa l’unica certezza di giornata.
Per il resto, questo sembra proprio l’anno delle certezze che vengono meno (qui si parla di sport e quindi mi riferisco all’ambito dello sport, of course). Non sono più sicuro di fare le gare che, solo pochi mesi fa, avevo pianificato di correre; non so se sia così necessario seguire i programmi di allenamento con tutto l’accanimento che ci metto (non così tanto, in verità) ma - soprattutto, ed è questo il vero nocciolo della questione - non so se il fatto che quest’anno il Fausto mi martelli senza alcuna pietà ad ogni cross che disputiamo, dipenda da me che ho rallentato rispetto allo scorso anno, o da lui che ha accelerato inesorabilmente.

So che fa ridere, ma ho anche provato a fare qualche confronto tra i tempi dello scorso inverno e quelli di quest’anno: non se ne viene fuori, il confronto è impossibile. Stagione dopo stagione, i percorsi dei cross vengono tracciati in modo non perfettamente sovrapponibile; alcuni addirittura sono stati proprio rivisti in toto. E’ questo il caso di Agrate, terza tappa del Campionato Brianzolo 2017.

Premetto che a me la prova di Agrate piace. C’è chi non la considera un granché e, per giustificare la poca attrattività del percorso, sostiene che un cross che abbia una parte del tracciato che costeggia la tangenziale non può essere annoverato tra le gare da ricordare. Mi permetto di dissentire.
Tanto per cominciare, il parco dove si gareggia è una bella area verde, con tanto di grande parcheggio adiacente e bar a due passi dalla partenza, cose che permettono alle persone di goderne con maggiore agio (arrivo, parcheggio, mi bevo un caffè, faccio due passi, non mi sembra roba da poco!).

Poi il percorso. Un tracciato per nulla scontato, fatto di strappi brevissimi ma cattivi; discese ardite e risalite (giusto per citare il poeta); curve secche, nel senso del raggio delle stesse, dato che – grazie alla pioggia abbondante – il terreno in curva era tutt’altro che secco, tanto che ha ceduto praticamente già nel corso del riscaldamento, rendendo ancora più spettacolari, se vogliamo dire così, i passaggi in derapata.
E poi, lunghi tratti in contropendenza con (anche qui) il fondo che cedeva progressivamente, ammorbidito dalla pioggia incessante e dai continui passaggi dei concorrenti. Infine, il famoso tratto vicino alla tangenziale; ma, si badi bene, non si costeggia la tangenziale, la si domina dall’alto! Il tracciato, grazie ad uno degli strappi-carogna di cui ho parlato prima, porta i concorrenti in cima ad un terrapieno da cui letteralmente si dominano le quattro corsie della tangenziale est che stanno subito prima dell’uscita di Concorezzo.

L’intero percorso è tracciato in un vero catino naturale, con gli strappi posti ai due lati dello stesso, cosa che rende spettacolare anche al pubblico la visione della gara: non si perdono (quasi) mai di vista i concorrenti, quasi si fosse in un vero stadio del cross!
Inutile che scriva della pioggia, lo sanno tutti che pioveva. Anche se il buon Giove Pluvio ci ha parzialmente graziati, sospendendo le precipitazioni poco prima della nostra gara (quella di quelli che, a torto, credono di essere ancora ragionevolmente giovani per fare 'ste cose).

Anche questa volta, nonostante siamo alla quarta tappa e dovrei essere un habitué del Brianzolo, alla partenza mi distraggo un attimo e mi faccio sorprendere dallo sparo, partendo buon ultimo.
Che poi partire dal fondo non è così male per l’autostima: è solo partendo nelle retrovie del gruppo che mi posso permettere di superare qualcuno, e questo, in fondo in fondo, mi fa molto piacere!
Il Fausto e il Maurizio, invece, non sono due che si fanno sorprendere dallo sparo e li perdo praticamente subito. Li curo, facendo finta di niente per non dare loro soddisfazione, e per almeno un giro li tengo a vista.
Mi viene da ridere quando guardo il Garmin per controllare le pulsazioni e mi accorgo che, anche questa volta, non l’ho fatto partire. Amen, lo avvio giusto perché non vada in stand by (dovessi mai stramazzare al suolo, vorrò sapere qual era la frequenza cardiaca!)

Per farla breve, il GP è là davanti. Il Fausto subito dietro. Solo il Maurizio mi sembra alla portata e allora provo a insistere un po’. Riesco a raggiungerlo all’inizio del terzo giro. Provo ad allungare un pochino perché ho paura che il ‘cagnaccio’ mi possa riprendere in discesa. Invece questa volta sto davanti io (due a uno per me). Sul Fausto, niente da fare: quest’anno non lo vedo proprio... Finisco la mia gara in gloria, cioè facendomi battere in volata da un over 70...
Subito dopo me arriva il Piermario. Non vedo ‘ol Lucio’, ma non mi preoccupo, dato che lui arriva un bel pezzo prima di me e se ne va solitario a fare un po’ di defaticamento. Seguendo questo pensiero decido anch’io di defaticare un po’, che male non fa (anzi). Scoprirò solo la sera, parlando con GP, che ol Lucio si era fermato per un guaio fisico: ero talmente cotto che nemmeno mi sono accorto di averlo superato mentre lui stava raggiungendo il traguardo camminando!
Auguro e lui pronta guarigione: speriamo non sia niente di particolarmente serio, dato che sabato prossimo siamo a Monza e la gara varrà come campionato regionale master individuale (mica pizza e fichi!).

Poiché a casa mi attendeva una seduta di rulli (fatta solo perché mi diverto un mondo a gareggiare con gli altri concorrenti collegati da remoto), raccolgo in fretta le mie cose, saluto e me ne vado. Mi perdo così la gara delle donne e quella dei nostri valorosi quarantenni: il veloce Ronk, l’inossidabile 'Mistair' Scala e – udite udite – anche il Teo Fusetti, arrivato per l’occasione in compagnia del figlio Daniele.

Il GP si presta a far da babysitter mentre Teo è in gara, corre come un matto dietro ai corridori, con Daniele al seguito, che si diverte quasi più lui che non il papà, partito forte ma in affanno già al secondo passaggio. Il professor Scala parte guardingo ma poi recupera come suo solito, superando inesorabilmente il Teo al secondo passaggio della ‘cresta della tangenziale’. Più avanti, è il Ronk a menare le danze dei Road, con una gara completamente in solitario (perché quelli dietro non sono mai stati capaci di prenderlo) che lo porta subito a ridosso della top ten di batteria. Chapeau!

Morale della favola: mi ha confessato il GP che dare un’occhiata al figlio del Teo gli ha fatto capire che, forse, più che all’Ironman, dovremmo cominciare a pensare di fare i nonni.
Mi sa che, come al solito, c’ha ragione il GP!

31° Campionato Brianzolo di corsa campestre
4^ tappa - Agrate, 4 febbraio 2017
ClassificaNome e CognomeCategoriaPos. Cat.Tempo
74 Gianpaolo Calegari SM60 10 30.16
87 Giuseppe Mauri SM55 22 31.07
100 Piermario Sasso SM65 16 32.53
DNF Lucio Bazzana SM60
11 Marco Ronchetti SM40 7 24.08
30 Stefano Scala SM45 12 26.00


Giuseppe Mauri

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Questa volta il Garmin lo faccio partire in tempo. Giuro!
Questa volta il Garmin lo faccio partire in tempo. Giuro!
Commenti
  • LUCIO BAZZANA 08/02/2017 alle 23:05:14 , modificato il 2017-02-08, alle 23:06:49 rispondi
    LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI
    EH SI'. CHI NON HA AVUTO UNA SBANDATA PER..."...QUELLA DEL PRIMO BANCO, LA PIU' CARINA, LA PIU' CRETINA..."...ECCO... MENTRE ME NE STAVO, MANI DIETRO LA SCHIENA, AD OSSERVARE LA TANGENZIALE, SPALLA SPALLA CON QUELLI CHE ..."UNA VOLTA QUI ERA TUTTA CAMPAGNA !"....MI SONO SENTITO NON GIA' QUEL VECCHIO BRONTOLONE CHE MI CREDEVO MA UN QUALSIASI "ANZIANO" SBANDATO, ALLA DERIVA.
    DOPO 10 ANNI DI SOPPORTAZIONI IL MUSCOLO OTTURATORE ESTERNO HA DETTO STOP E LA GIOSTRA MI HA PRECIPITATO TRA I DFN.
    EEEEH GIA', IL GUAIO MI HA IMPOSTO DI PRENDERE ATTO CHE IL PROBLEMA VA' AFFRONTATO E NON RIMANDATO CLAUDICANDO PER GIORNI E NOTTI.
    VEDREMO I TEMPI DI RECUPERO MA CREDO CHE PER I CHIODI DELL'HARD ROCK L'INVERNO SIA FINITO PROPRIO SULLE RAMPE DI AGRATE.
    VORRA' DIRE CHE ANTICIPERO' IL RITORNO AL BALLO LENTO.
    D'ALTRA PARTE E' PIU' RIFLESSIVO STARSENE SULLE GAMBE IN BALIA DEI CHILOMETRI CHE NON SGOMITANDO TRA I FORSENNATI DEL SABATO,ANCHE SE IL VEDERVI, SCALMANATI COME FRUGOLETTI, GHERMIRE LA PALTA PER GUADAGNAR PRIMA IL PALETTO E' STATO UN PIENO DI SANA INVIDIA.
    UN BICCHIERE MEZZO VUOTO E' TRISTE QUANTO UN RITIRO TRA I MONACI.
    LA PRIMA VOLTA CHE IL FANGO HA LA MEGLIO SULLE FRAGILI MEMBRA LE INCOGNITE ASSALGONO LA MENTE, LA FEDE PER IL SACRO TROCANTERE VACILLA, LA LAGRIMA SI CONFONDE TRA GLI SCHIZZI DEI VINTI.
    S'IMPONE TORNARE POLVERE PER RINASCERE, FORSE UN DI', SULLE CENERI SOTTILI DELL'OGOGLIO FERITO.
    E MAGARI SFODERARE NUOVI ARTIGLI SUI SALISCENDI DI APOTEOCARATE.
    LADDOVE UNA BOTTIGLIA DI OTTIMISMO NON ANNEGA NESSUNO.
    MA AVREMO MODO DI BERNE.
    NONOSTANTE TUTTO ERASMO E' VIVO E CORRE INSIEME, AHINOI !