La festa è andata in scena sabato a Desio, dal primo pomeriggio in poi. Ma la giornata è iniziata molto prima...
Sarà capitato anche a voi, infatti, di partecipare a un evento, magari di sera, pieno di gente, luci, suoni. Insomma: un concerto, una festa in discoteca, un evento sportivo in un palasport. E’ tutto così bello, pimpante, energia che scorre a fiumi, una fantasia irrefrenabile di suoni, luci, colori.
A qualcuno poi sarà capitato di vedere lo stesso posto prima che l’evento cominci, quando non c’è ancora nessuno (a me succedeva quando andavo in giro a suonare) in un giorno in cui non c’è nessun evento, magari con ancora la luce del giorno. Lo stesso posto non ha lo stesso fascino, anzi, sembra addirittura messo peggio di quanto ci apparirà più tardi durante la festa e alla fine si resta sorpresi di quanta differenza si possa percepire nei due diversi momenti.
Ecco, il campo gara di Desio è un po’ così; il tracciato si snoda su un grande prato alle spalle del Palazzetto dello Sport ed è delimitato da una strada tra i campi a nord, capannoni industriali a ovest e il parcheggio del palazzetto a sud (non sono certo dei punti cardinali ma vi sfido a contraddirmi!).
Il grande parcheggio praticamente vuoto, il palazzetto chiuso e silenzioso e i capannoni altrettanto muti (e vagamente tetri) contribuiscono a dare quella sensazione di abbandono che ho provato quando sono entrato di giorno in una sala da concerto vuota.
Il tracciato di Desio non presenta le curve in contropendenza e gli strappi di Briosco, né il panorama del Resegone e delle Grigne che si può ammirare ad Oggiono; non siamo nemmeno in un parco attrezzato come ad Agrate né tantomeno in un parco monumento come quello di Monza.
Anche quest’anno, gli organizzatori avevano provato a celebrare la gara al parco di Villa Tittoni; sarebbe stato un evento fantastico, in un posto di grande bellezza. Purtroppo però il Sovrintendente alle belle arti anche questa volta ha valutato che un’orda di energumeni in mutande avrebbe potuto costituire un potenziale pericolo per l’integrità della Villa e del suo parco e ha negato ancora il permesso. Peccato...
Che poi, alla fine, quando corri e sei alle prese con quelli che ti sembra che corrano piano ma sono davanti, hai il cuore che ti martella in gola (e non solo!), i polmoni che bruciano e le gambe che ti chiedono di piantarla lì immediatamente di fare il pirla... ecco, in quelle situazioni (così tipiche del cross) delle bellezze del panorama o dei monumenti che ti guardano severi non te ne frega una bella cippa di niente. L’unica cosa che conta è quanto manca alla fine. E in questo la prova di Desio è anche più crudele perché, a causa di un tracciato un po’ più corto, i giri da fare sono quattro invece dei tre abituali.
E’ vero che, alla fine, i chilometri sono gli stessi, ma quando sei abituato a correre tre giri, farne un quarto è una specie di tortura psicologica.
Premesso ciò, al lettore potrebbe venire un legittimo dubbio: "Ma perché ci racconti tutte ‘ste storie? Alla fine vai al Brianzolo perché ti diverti, no?"
Ecco, io non mi diverto a correre. Faccio una fatica terribile e vado piano! Io mi diverto, molto, prima della gara e, moltissimo, dopo. Purtroppo il ‘prima’ e il ‘dopo’ sottendono (e rendono inevitabile) un ‘durante’. In sostanza, per me la gara è giusto un (terribile) male necessario; un prezzo salatissimo da pagare per poter arrivare prestissimo sul campo gara e, non importa quanto presto arrivi, trovare il GP e il Maurizio già lì, che hanno già fatto il giro di ricognizione (questa volta ne avevano corsi già due!), dare una mano a montare il gazebo dei Cremellas e discutere con il Presidente su che scarpe mettere (che poi nel mio caso è pure una discussione farlocca, perché di scarpe ne porto un paio solo).
Nel 'dopo' poi ci sono le solite prese in giro su distacchi e prestazioni, c’è il thé caldo da bere per accompagnare i ‘recovery meal’ più improbabili (questa volta avevamo le girelle, giuro!), c’è la discussione con i ‘vecchi’ del Brianzolo sugli argomenti da trattare nel reportage della giornata e c’è la pedalata verso casa con le gambe indolenzite che spingono sui pedali con una certa circospezione.
La cosa veramente bella nel dopo gara di Desio è stata la presenza di un nutrito e agguerrito gruppo di giovanissimi Road che, concentrati al massimo nei loro impeccabili body da triathlon, si sono battuti come leoni. Una bellissima sorpresa che ha reso ancora più divertente un pomeriggio allietato da una temperatura e da una luce primaverile. Potete leggere più sotto, nelle tabelle dei risultati, quanto sono andati forte Valentina, Martina, Tommaso e Riccardo. Una vera ‘ola’ di tifo e di entusiasmo va a tutti loro, sono stati davvero bravi, con tanto di due presenze sul podio di giornata.
Ma bravissimi anche i loro genitori, che contribuiscono in modo fattivo alla crescita di un gruppo di giovani atleti Road Runners. Il futuro del nostro club è nelle loro mani!
Ma torniamo indietro di un passo e di svariate primavere, alla gara dei veterani. Lì ci siamo tutti, tranne ‘ol Lucio’ che ancora lamenta i dolori dell’infortunio muscolare che lo ha colpito ad Agrate. Alla partenza c’eravamo quindi il GP, il Piermario ed io. Oltre al Fausto, al Paolo e al Bruno dei Cremellas, il Maurizio di Cinisello e il Giuseppe di Brugherio. Ci siamo tutti, con l’abituale coltello tra i denti (ma dove?).
Presente il Mister, schierato a bordo pista pronto a sostenerci tutti. Anche Bianca arriva mentre stiamo correndo e si unisce al tifo da stadio.
Anche questa volta ho cullato l’illusione di prendere il GP e, per la verità, c’ero anche riuscito a metà del secondo giro. Ma poi ho dovuto rallentare perché il ritmo era troppo alto per me. Alla fine sono arrivato pochi secondi dopo e mi sono accontentato di tagliare il traguardo qualche metro prima del Fausto (con il quale a questo punto siamo tre a due per lui; a Carate punto al pareggio!).
Terminata la gara, mentre facevo qualche passo di defaticamento per riprendere fiato, meditavo su quanto mi scriveva qualche giorno fa il GP: “Ripassa la fiaba del brutto anatroccolo prima di Desio”. E’ lì che mi è venuta in mente la faccenda di come cambia la percezione di un luogo grazie alle persone che lo frequentano e agli eventi che vi si celebrano.
Ecco, non credo che il cross di Desio possa mai diventare il magnifico cigno della fiaba, ma, sarà stato il sole, sarà stata la compagnia, saranno stati i giovanissimi triatleti del Road, alla fine della giornata posso serenamente dire che questa tappa del Brianzolo si è meritata pienamente l’affetto che tutti noi bambini abbiamo provato per il piccolo anatroccolo della storia.
Purtroppo però, tutte le cose belle hanno una fine. Tra due settimane a Carate Brianza si celebrerà il gran finale del trentunesimo Campionato Brianzolo di corsa campestre. Anche questa, un’edizione da ricordare, per tanti buoni motivi.
Ci sentiremo da là.
Giuseppe Mauri
31° Campionato Brianzolo di corsa campestre |
6^ tappa - Desio, 18 febbraio 2017 |
Classifica | Nome e Cognome | Categoria | Pos. Cat. | Tempo |
63 | Bianca Milani | SF40 | 9 | 13.30 |
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78 | Gianpaolo Calegari | SM60 | 9 | 26.09 |
83 | Giuseppe Mauri | SM55 | 19 | 26.16 |
120 | Piermario Sasso | SM65 | 17 | 29.06 |
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17 | Stefano Scala | SM45 | 9 | 21.55 |
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7 | Tommaso Raggi | EM-08 | 4 | 2.12 |
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5 | Valentina Chiarelli | EF-08 | 3 | 2.11 |
12 | Martina Maestroni | EF-08 | 6 | 2.26 |
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3 | Riccardo Maestroni | EM-10/11 | 3 | 1.57 |
piermario