Capriano di Briosco, l’università della corsa campestre. Lì dove batte il cuore pulsante del campionato Brianzolo di cross, giunto alla sua seconda tappa.
E' purtroppo assente causa influenza il bardo GiMa, e allora gli amici di Cremella - di cui ormai siamo ospiti fissi al gazebo - pensano bene di stappare una bottiglia di prosecco in suo onore. Ci siamo tutti, il Fausto, il Bruno, il Maurizio, io e gli altri amici Road, con in testa il capobanda GP, che subito mi dice: “Dai, se non c'é Giuseppe, scrivilo tu l’articolo di giornata!”.
Non posso rifiutare l'incarico: siamo giusto i soliti quattro gatti. Ma siamo anche su uno dei più bei percorsi di cross dell'intera Lombardia.
Eccomi dunque a dirvi che a Briosco sabato scorso ho visto, sulla parte alta del percorso, una margherita spuntare fra l'erba splendente (spero che nessuno l'abbia calpestata), simbolo di una giornata nata grigia e trasformatasi, dopo il mezzodì, in un caldo pomeriggio di primavera: cielo azzurro come in un romanzo di Cormac McCarthy e prati smeraldini.
Dopo il rituale giro di ricognizione, già sudato, ho tolto la maglia termica e ho corso, come tanti altri, con la sola canotta. Il clima alle 14.30 era quasi primaverile.
Tornavo a Briosco dopo due anni: l'anno scorso fui io a mancare l'appuntamento.
Ho provato un inaspettato dolore a rivedere quel luogo, dove tanti rendono l’anima al terzo giro di gara, come in un vero e proprio girone dell’inferno. Ma anche gratitudine per il dono di tornare ancora una volta a calpestare quei prati.
Ho ben presto realizzato che il percorso era cambiato: ora, nel prato di sotto, si allungava di più verso il basso in 4 o 5 tratti 'a pettine' in ripide discese e risalite, per poi raggiungere il consueto pendìo che porta al prato di sopra. Lì proseguiva l'andirivieni in pendenza, anche se meno marcata che nella parte sottostante, e senza più raggiungere lo spiazzo in prossimità delle case, ora trasformato in parcheggio. Il risultato, rispetto alle edizioni del passato, è stato che abbiamo perso gli unici 200 mt in pianura e 'guadagnato' più salite: il percorso, nel complesso, è parso più impegnativo e muscolare, della serie senza un attimo di tregua, ma anche più omogeneo e tutto sommato corribile.
Il Road era rappresentato da cinque adulti maschi, tre dei quali si sarebbero ritrovati a correre il cross di Martinengo il giorno dopo. Nessuna Lady, nessun giovane. Un'occasione persa per fare gruppo in un contesto naturale e agonistico semplicemente unico, che invoglia a rimanere per incitare i compagni e fare quattro chiacchiere con chi ha appena finito di correre la propria batteria.
Nell'occasione il clima ha aggiunto un tocco di eccezionalità alla giornata, ma vi è da dire che le colline della Brianza (e del Brianzolo) presentano pur sempre paesaggi bellissimi. Quello di Briosco e quello di Oggiono (in programma sabato prossimo al cospetto del Resegone) sono certamente quelli più affascinanti. Ma anche i parchi di Agrate, Monza e Carate regalano scenari assai piacevoli. Senza dimenticare il pratone di Cantù con l'annesso boschetto, disteso ai piedi della collina su cui sorge la città.
Da spettatore mi sono divertito, come al solito, ad osservare le gare dei bambini e, di seguito, nella batteria degli 'under 50', il duello fra gli unici due nostri soci in gara: Stefano Mister Scala e Marco Ronk Ronchetti. Un duello durato 25 minuti con un finale in crescendo, concluso solo allo sprint.
Complice la stanchezza dovuta al maggiore chilometraggio infrasettimanale che ho iniziato a infliggermi in preparazione delle ultramaratone di primavera, ho gestito la mia corsa in modo, diciamo così, conservativo, evitando ogni affanno.
Tanto, i due amici che condividevano con me la batteria ‘over 50’, erano lontani fin dal primo giro, Marco Valvassori tanto veloce da averlo visto solo di sfuggita, e l’inossidabile GP Calegari, che corre il Brianzolo solo per poter scorrazzare su e giù dalla collina di Briosco. Un simpatico pazzo scatenato!
L'odore dell'erba umida ha risvegliato in me i ricordi dell'infanzia, quando mi sporgevo sui fossi ad osservare le libellule dalle ali blu, riviste tre anni fa in Friuli nelle acque, ancora pulitissime, dei canali di irrigazione attorno a Cordovado, luogo in cui è ambientato il romanzo di Ippolito Nievo “Le Confessioni di un Italiano”. Così ho preferito godermi le sensazioni della corsa senza farmi problemi di piazzamento, al punto che al termine del terzo e ultimo giro di 2 km mi è spiaciuto dover smettere: ne avrei voluto ancora uno. E comunque, tranquillo e sereno, sono finito ad un inaspettato terzo posto di categoria.
Di seguito, ecco quindi i nostri risultati di giornata:
32° Campionato Brianzolo di corsa campestre |
2^ tappa - Capriano di Briosco, 27 gennaio 2018 |
Classifica | Nome e Cognome | Categoria | Pos. Cat. | Tempo |
66 | Marco Valvassori | SM55 | 16 | 28.02 |
80 | Gianpaolo Calegari | SM60 | 10 | 28.53 |
112 | Piermario Sasso | SM70 | 3 | 31.50 |
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47 | Stefano Scala | SM45 | 22 | 25.20 |
48 | Marco Ronchetti | SM40 | 26 | 25.22 |
Adesso, appuntamento sabato prossimo per la terza tappa, al cospetto del Resegone in quel di Oggiono.
Ci vediamo là!
Piermario Sasso
A rendere ancora più dolorosa l'assenza è stata l'inaspettata giornata di sole - ero a casa alla finestra che tormentavo mia moglie, tanto che a un certo punto lei è sbottata in un: " ma vai, và! Ma guardati bene dal tornare però!"
Ci vediamo senz'altro ai piedi del Resegone!
Giuseppe
P.S. Gli amici del Cremella hanno bevuto la bottiglia di prosecco alla mia salute (e li ringrazio) anche perchè la bottiglia era mia!!! Ma a Carate bissiamo il brindisi!