Questo il proverbio che rieccheggia ogni volta che arriviamo ad Oggiono, non ho mai capito bene da dove nasca. Sta di fatto che questa volta anche noi del Road non siamo certo degli adoni. Anzi, siamo solo 'vecchietti' alla terza tappa del Brianzolo.
‘Mister’ Scala e il suo sodale, l’adrenalinico Marco ‘Ronk’ Ronchetti, preferiscono infatti il dolce clima della Riviera di Levante (il giorno dopo parteciperanno alla Mezza delle Due Perle, gli... amici!) e quindi ci troviamo il GP, il Piermario ed io nel grande prato ai piedi del Resegone, teatro della nostra tenzone.
Si sa, se posso raggiungo il campo gara in bicicletta. Visto che il rischio pioggia sembrava scongiurato, inforco la bici e vado, solo che parto con qualche minuto di ritardo sulla tabella di marcia che mi ero dato e non sono così certo di quanto tempo ci vorrà per arrivare: ne segue che mi viene il dubbio di non arrivare per tempo e allora spingo sui pedali più di quanto avrei voluto (e dovuto)...
Arrivo un po’ trafelato. Tant’è che, quando pago l’iscrizione, perfettamente vestito da ciclista, una signora gentile mi sorride e mi dice: “A nuotare è già andato o va più tardi?”. Rispondo serafico che no, per il nuoto bisogna aspettare lunedì!
Mi rendo conto solo dopo del fatto che voleva essere una battuta e mi vergogno un po’ per non averla capita subito.
E’ una bella giornata, tutto sommato tiepida e soleggiata. Nonostante ciò il Resegone si nasconde alla nostra vista dietro una spessa coltre di nubi.
Poiché sono in ritardo, rinuncio al giro di riscaldamento e scambio due chiacchiere con il Lucio, che (con mio grande orgoglio) sfoggia la maglietta ‘Erasmus Legacy’. Anch'io, ho la mia sotto la canotta del Road. Purtroppo quest’anno la possibilità di fare l’en plein è già saltata (le magliette Erasmus le avevamo fatte due anni fa per celebrare i pirla che avevano corso tutte le tappe) vuol dire che devo dare tutto nelle quattro tappe che restano, a cominciare da oggi.
Come no! Lo sparo del via mi sorprende affaccendato in altre faccende (stavo chiacchierando). Dopo ormai cinque anni di partecipazione al campionato, non ho ancora capito se sono io che non riesco a stare concentrato al via o se è lo starter che si diverte a sparare senza preavviso alcuno. Sabato prossimo, se mi ricordo, provo a indagare.
Il percorso di Oggiono non è male. Non è Briosco, non è Monza - dove si avverte la nobiltà dell’ambiente - e non è neanche Carate (e qui si gode del clima da ultimo giorno di scuola, e poi quando si corre a Carate ormai è primavera!), ma non ha niente da invidiare a tutti gli altri. Anzi, il Piermario ribadisce che a lui questo percorso proprio piace!
Quest’anno è stato leggermente ridisegnato (il percorso, non il Piermario), ma le sue peculiarità (salitina carogna alla vecchia cascina diroccata, discesa secca, passaggio nel campo ricoperto di stoppie di granoturco), non sono state snaturate.
Partiamo belli allegri. Io mi sento sempre in dovere di fare qualche battuta, anche se normalmente sono pochi quelli che ridono (mi illudo che sia per lo sforzo e la concentrazione, ma è palese che è per la pessima qualità delle battute). Mi sembra che io e il mio drappello di rivali non stiamo andando fortissimo. Do un’occhiata al cardio e mi accordo che è solo una sensazione – il cuore è già a manetta!
Comunque, a parte Marco Valvassori, che nemmeno vediamo, poi il GP che va via agile e il Bruno (che altri non è che il cognato del Fausto, mitico presidente dei Cremellas’), siamo tutti lì.
Si, siamo tutti li il primo giro! Ma il secondo giro, quello in cui speravo di allungare un po’... ecco, il secondo giro sembra un pochino più lungo, un po’ più in salita e con un po’ più di fango. E mentre rifletto su come cambiano le cose in un lasso di tempo tutto sommato breve, il Fausto e il Maurizio, che evidentemente non si fanno tutte ‘ste menate, allungano sereni.
“Li prendo dopo”, mi dico fingendo un certo distacco dalla volgarità della competizione. In verità il terzo giro non è un giro ma sono dieci minuti di agonia, dieci minuti che durano un paio d’ore; un paio d’ore passate a cercare di ricordare quali fossero le ragioni per cui non potevo fermarmi e lasciare perdere, una buona volta!
Al traguardo i miei rivali mi aspettano (carogne) per commentare la gara. Fingo indifferenza e me ne vado sostenendo la necessità di trotterellare per qualche minuto per defaticare. Ecco però arrivare, impietosa, la classifica di giornata:
32° Campionato Brianzolo di corsa campestre |
3^ tappa - Oggiono, 3 febbraio 2018 |
Classifica | Nome e Cognome | Categoria | Pos. Cat. | Tempo |
55 | Marco Valvassori | SM55 | 15 | 27.15 |
67 | Gianpaolo Calegari | SM60 | 11 | 28.01 |
102 | Giuseppe Mauri | SM55 | 38 | 30.08 |
106 | Piermario Sasso | SM70 | 3 | 31.05 |
Alla fine mi arrendo alla loro ostinata pazienza e li raggiungo al gazebo dei Cremellas. "Eh, l’influenza di settimana scorsa! Eh i quindici giorni senza potersi allenare! Eh, la pressione del lavoro! Eh, forse non dovevo venire in bici...", e loro li, ad annuire beffardi, forti del loro piazzamento!
Settimana prossima si va ad Agrate. Nel frattempo ripasso il libro delle scuse per non farmi prendere alla sprovvista una volta tagliato il traguardo. Naturalmente, si accettano suggerimenti!
Giuseppe ‘GiMa’ Mauri