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Coppa Asteria, la Classica dei Muri... e delle Madonne!

Inserito da ste_scal il 05/06/2018 alle 14:51 nella sezione storie

Dicono gli organizzatori che Coppa Asteria non è una gara. E’ un appuntamento in bici per sadici di salite. Oppure, un evento per gente messa mediamente male nella vita.

Noi apparteniamo orgogliosamente alla seconda categoria. Per questo non potevamo esimerci dall’essere a Bergamo sabato 2 giugno alle 8.30 di mattina. Due chiacchiere, una sistemata alle bici, un caffè per svegliarsi... e via, alle 9.00 siamo in sella. Lasciamo il centro Edoné, sede di partenza e arrivo, carichi di speranze e di brio. Siamo tornati indietro alle 19.20, dopo più di dieci ore passate sui pedali. Esausti!
Basterebbero questi dati per dire della durezza della prova, del caldo patito, delle salite affrontate, delle pendenze incredibili (mai) viste. Ma non sarebbe ancora abbastanza.
Asteria bisogna viverla, per capire davvero dove possa arrivare la pirlaggine umana!

Ebbene, mentre ero lì che mi arrampicavo su salite di cemento dalle pendenze impossibili (ma veramente impossibili) mi sono ricordato del decalogo che avevo scritto quando, con molta leggerezza, mi ero iscritto a questa infamia che gli organizzatori chiamano non-gara:
1. Perché no?
2. Ho speso un sacco di soldi per la mountain bike, fammela usare;
3. Perché sono una pippa, mi sono iscritto alla ‘Chase the Sun’ e mi devo allenare;
4. Perché basta gare, d’accordo, ma il gusto per la sfida resta sempre;
5. Perché mi piace sentirmi un pirla all'arrivo;
6. Perché così ho un'ottima scusa (completare Il Trittico) per andare a Firenze a fine ottobre;
7. Perché alla fine ci beviamo un adeguato numero di birre;
8. Così poi avrò qualcosa da raccontare ai nipotini;
9. Ho circa vent'anni in più della media dei miei colleghi e devo stare in forma per reggere la competizione;
10. Mi diverto un mondo in compagnia di questa banda di 'ignoranti'.

Bene: un conto è fare i brillanti con gli amici assennati che ti chiedono conto dei motivi che ti spingono a essere così pistola, altro è pedalare per circa 120 km superando un dislivello di quasi 3.000 metri (2.789, per la precisione) raggiungendo una quota massima di 665 metri (per spiegarci: il dislivello massimo superato in una singola salita è stato poco più di 400 metri. Se si considera che l’ascesa in questione, la salita del Castello, la più lunga di tutto il giro, misurava circa 2km, parliamo di un dislivello medio del 20%!!).
Riflettevo, tornando a casa la sera: da un punto di vista squisitamente statistico, è come se avessimo pedalato su una salita di quasi 120 km con una pendenza media del 2,4%...

Ma questo forse non da la misura di cosa siano le salite di Asteria. Credo sia più indicata la frase, sibilata appena con un filo di voce da mr. Scala in cima al GPM del Castello: “Il Muro di Sormano gli fa una pippa alla Coppa Asteria!!”. Ecco, il che è tutto dire...

Coppa Asteria è la seconda delle tre non-gare del famigerato Trittico del ciclismo dal basso (che poi chissà cosa vorrà dire...). Dopo le tre partecipazioni entusiasmanti alla Martesana Van Vlaanderen (che meraviglia, ragazzi!), non vedevo l’ora di ripetere l’esperienza sui colli di Bergamo.
Bene, la Coppa Asteria è un’altra cosa. Tutt’altra cosa!

In primis non è un giro nella natura, ma è una lunga sequela di paesaggi e borghi molto belli – uno per tutti, l’ascesa a Bergamo Alta e al castello che si trova poco sopra: una lunga salita tra i ciottoli (la direttissima di San Vigilio che parte da via Sudorno, per chi conosce i luoghi) passata benedicendo il momento in cui ho deciso di usare la MTB con le sue belle gomme larghe e i rapporti super generosi.

Poi le salite, che alla MVV sono dure, qui sono crudeli, assassine. E, in almeno due o tre casi, del tutto prive di senso. Ecco, se devo trovare un aggettivo per questo evento, direi che 'insensato' è quello giusto.
E’ vero, io non sono un ciclista (in generale credo sia più corretto dire che sono una pippa!), non ho la gamba, ho pure una certa età, ma credo che nessuno - incluso il prode Masnada (ciclista della Androni reduce dal recente Giro d’Italia) – di coloro che si è cimentato in questo evento, non abbia rimpianto, almeno una volta nel corso della giornata, il momento in cui aveva deciso di partecipare a questo simpatico raduno di folli.
Dieci ore di salite maledette, cemento, sterrato e pure qualche passaggio nei boschi hanno piegato la mia resilienza; ma anche quella dei miei compagni di avventura, che alla fine mi sembravano decisamente provati anche loro.

In ogni caso, il timbro sul cartellino che certifica la partecipazione alle due prime manifestazioni del Trittico è al sicuro nel mio cassetto. La prossima sfida sarà ricordarsi di portarlo a Firenze il 27 ottobre: Muretti Madness, arriviamo!

Chiudo con i ringraziamenti, sinceri e non di prammatica!
Grazie a Daniele e Francesco, senza il loro GPS saremmo ancora persi tra i boschi della Val Brembana. Grazie al mister Stefano Scala, anima e complice di queste avventure scriteriate. Grazie al buon GP Calegari, che mentre io ero a casa la domenica mattina a lamentarmi della fatica del giorno prima, lui era ad Albavilla a correre una vertical race. Nel caso uno abbia dei dubbi su cosa significa 'inossidabile' provi a fare due chiacchiere con lui.

Adesso, sempre in tema di avventure un po’ senza senso, concentrazione sulla Chase the Sun, da Cesenatico a Tirrenia, dall’alba al tramonto. Poi, se sarò ancora sposato (un grazie sincero e ruffiano anche a mia moglie) vediamo un po’ cosa inventarci per sentire ancora l’emozione delle pirlate (anche perché, di sentire il vento nei capelli non se ne parla proprio più...).

Alla prossima!
Giuseppe 'GiMa' Mauri

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Il percorso e le salite di Coppa Asteria 2018
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Commenti
  • mbell1957 09/06/2018 alle 18:10:48 rispondi
    GiMa sei un mito !