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Iniziata la stagione del cross 2022/2023 !!!

Inserito da ferroghido il 06/12/2022 alle 10:20 nella sezione cross & trail

E’ arrivata la pioggia, è arrivato il fango, ed è arrivato anche il Trofeo Monga: un solo road (per ora) ha osato sfidare le condizioni meteo davvero proibitive di questo inizio di dicembre, l’ottimo Ravasi che da neo (quasi) 60enne ha già preso le misure ai nuovi avversari ... e al terreno.
Ma già dalla prossima saremo di più.

E ora, spazio al suo racconto.

W il Road!
SubCom Ghido



Trofeo Monga 2a prova – 04/12/2022 - Torre De' Roveri (BG) - 4 km
AtletaCatPos. cat.Tempo
Ravasi GuidoSM601219.14






Inizio la stagione cross debuttando nella categoria "superiore" alla seconda prova del Trofeo Monga: il campo di gara è letteralmente un vigneto nelle cosiddette Terre del Vescovado (Torre de' Roveri - BG) trasformato in acquitrino paludoso dalla pioggia battente e già nel giro di riscaldamento capisco che senza scarpe chiodate (e con chiodi di 18 mm) farò fatica a non cadere.
Il circuito ha delle strettoie (si passa tra i filari del vigneto) e soprattutto delle curve a gomito (sia in salita ma le pericolose, con fondo di fango, sono quelle in discesa) che mi chiedo se chi ha disegnato il tracciato era sobrio (visto che è un vigneto) e se la FIDAL quando lo ha approvato aveva quanto meno fatto un sopralluogo serio. Faccio il "riscaldamento" sotto una pioggia torrenziale e sento una partecipante della gara femminile, che parte prima di noi, che dice "non devo essere tanto normale per fare questa corsa oggi". La capisco benissimo, solo che ormai siamo qui e tanto vale, visto che siamo ormai fradici, confrontarci anche con il fango e il sudore che ci aspetta. L'unica cosa intelligente che faccio oggi è partire con i guanti (le chiodate non riesco più a portarle): infatti per la prima volta in una gara metto i guanti, non tanto per il freddo, ma per poter proteggermi meglio nel caso di caduta.
Alla linea di partenza siamo davvero in pochi (in 48): alcuni li vedo scattare come dei velocisti perché vogliono subito guadagnare le posizioni migliori sapendo che poi sarà più difficile recuperarle (per perderle è un'altra storia). Sorpassare in queste condizioni e in questo percorso è un'impresa. Io parto calmo, e da subito cerco di non mettere, fin che riesco, le scarpe nel fango ma sulle zolle d'erba che sembrano più stabili. Nelle curve rallento per evitare di cadere, cerco di non sbandare nei filari anche per non colpirli, ci sono dei punti in cui devo spostare dei rametti di filari per non prenderli in faccia. Non ho tempo per arrabbiarmi, ormai sono dentro fino al collo.
Nel primo giro non ho incidenti, nel giro successivo, al terzo km, in una curva a gomito in discesa scivolo nonostante avessi rallentato molto. Cado con tutta la parte posteriore. Non mi faccio niente per fortuna, perdo solo qualche posizione e 15/20 secondi. Mi rialzo con metà del corpo coperto di fango. Riprendo il ritmo e lo tengo fino al traguardo dicendomi "provata anche questa pazzia". Alla fine contento di non essermi fatto male oltre che aver tagliato il traguardo.
Guido Ravasi

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Una immagine hackerata del nostro che restituisce in pieno l'atmosfera dell'evento
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