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Il Brianzolo è finito, viva il BrianzoloInserito da Giuseppe.Mauri il 05/03/2015 alle 08:31 nella sezione cross & trail
Il campionato è finito. Anche quest’anno. Il Brianzolo in questi ultimi anni è diventato un altro degli eventi che scandiscono il tempo che passa, come i compleanni, le vacanze al mare, la sera dell’ultimo dell’anno. In altre parole, una sorta di abitudine, che è entrata a far parte della quotidianità. L’anno comincia con il Brianzolo che ti accompagna fino alla primavera. Eh sì, perché ormai le giornate si allungano, il freddo al mattino non è più così pungente, siamo a Marzo e il prato del parco di Carate dove abbiamo corso l’ultima tappa è punteggiato dalle margherite, quelle piccoline, con tanti petali fitti fitti. Insomma, correre a Carate è un po’ come riporre l’albero di Natale e il presepe! Carate ci accoglie con un cielo non particolarmente luminoso, ma non piove, la temperatura è piacevole e il terreno è asciutto e, come dicevo, tempestato di margherite (che non è stato facile tentare di non calpestarle!). Questa volta niente bici, con un certo rammarico perché appunto non piove, ma devo andare a casa subito che oggi si festeggia il 18mo compleanno della mia bambina più piccola e a casa fervono i preparativi. Arrivo come sempre all’ultimo momento, cioè quasi un’ora e mezza prima della partenza, e subito incontro GP che naturalmente è già lì e quando mi vede se la ride beato pensando a ‘sta ansia da ritardo che ci accomuna. Facciamo il consueto giro di riscaldamento, che poi è diventato un rito di buon auspicio a cui non si può rinunciare. In verità ci sono altre pratiche che tutti noi espletiamo prima del via e che fanno ormai parte del rituale scaramantico, ma sono momenti molto personali (tu da solo con un albero, un cespuglio e le tue esigenze fisiologiche che il tempo trascorso hanno reso sempre più urgenti), per cui ci passerei sopra. Per l’ultima tappa c’è un sacco di gente. Lo speaker ci invita a prepararci e si sente in dovere di fare lo spiritoso appellandoci più volte “diversamente giovani”. Lo fa sapendo di restare impunito perché pochi di noi sono in grado di sentirlo (meglio non correre con l’apparecchio acustico!). Anche questa volta il mio tempo di reazione allo sparo è da “rigor mortis” e, se si considera che alla partenza non sono uno di quelli che si schiera nelle prime file, in pratica mi trovo per l’ennesima volta tragli ultimi. Pronti via, il Fausto, presidente dei Cremellas, si invola come un fulmine e non c’è verso di stargli dietro. Penso che forse è colpa della preparazione per l’ironman di Zurigo che oggi prevedeva un doppio allenamento; poi mi viene in mente il Grigio quando mi diceva che alla nostra età (…) il problema è il tempo necessario per recuperare; infine penso che forse oggi il Fausto è particolarmente in forma… E, a furia di pensare, praticamente il Fausto l’ho ripreso (alla fine confesserà di essersi divertito a partire fortissimo per confondere gli avversari, cioè me!). Comincia il secondo giro, il giro più antipatico, quello che non ti dà speranze e che ti getta nello sconforto. Il primo giro lo fai spinto dall’adrenalina della partenza; il terzo giro è l’ultimo e quindi corri pensando che è finita; nel secondo giro l’adrenalina è finita e il tunnel è buio, freddo e non si intravede neanche un barlume di luce alla fine. Nel secondo giro ci sono solo la sofferenza e lo sconforto che nasce dalla granitica convinzione di essere ancora una volta alle prese con una scemata senza senso…. Caracollo al meglio delle mie possibilità immerso in queste riflessioni da secondo giro quando, alla prima di una serie di curve a 180° incrocio GP. Azz, GP è lì a poche decine di metri. Calma! Con la coda dell’occhio controllo Piermario – prima di tentare la rimonta e magari scoppiare voglio capire quali sono le chances di rimonta dei miei avversari diretti tra cui, appunto, Piermario e il Fausto. In effetti sono dietro pochi metri ma mi sembra una distanza controllabile. Allora provo ad aumentare (chi mi conosce e m’ha visto correre starà già giustamente sghignazzando). Incremento un pochino e in effetti il GP si avvicina (siamo ormai nel terzo giro), sempre più vicino, ormai sono ameno di dieci metri…. E’ andata a finire che non l’ho preso. La verità è che non ce la facevo più e di cambiare ritmo non se ne parlava proprio. Inoltre il GP negli ultimi metri viene affiancato da un avversario con cui ha ingaggiato una lunga volata, cosa che gli ha fatto tirare fuori le famose energie dalla riserva che io chiamo “col c…o che mollo”. In pratica il sogno di rimonta è svanito sul rettilineo finale…. Sono arrivato dietro di pochi secondi ma fa niente. Ormai i miei pensieri erano per il “vessillo” che questa volta avevo ricordato di portare con me. Per chi non lo sapesse, il vessillo altro non è che una maglietta celebrativa della quarta edizione del campionato brianzolo di corsa campestre. Insomma, una maglia che ha 25 anni e che GP mi ha regalato proprio l’anno scorso a Carate. Ho indossato la maglia e ci siamo scattati una serie di selfie che neanche tre adolescenti al concerto di Violetta!. Beh ragazzi, anche quest’anno, come dicevo, è arrivato il momento di riporre le scarpe chiodate e concentrarsi sui prossimi obbiettivi. Il GP e il sottoscritto si ritroveranno con una masnada di giovanotti (tra cui il Mistair, assente a Carate con dispensa Papale) a Zurigo per l’Ironman (al grido di: “se devi fare una scemata, allora falla grossa”). Piermario, terminate queste che per lui sono passeggiatine di puro riscaldamento, ricomincerà a fare le corse vere, che per lui sono quelle da 42km in su…. Chissà il Lucio cosa avrà in mente; ma si sa: lui è uno che non scherza in fatto di imprese. Ringraziamenti finali: si comincia dai Cremellas che ormai si sono rassegnati a ospitarci. E’ vero che quest’anno con noi c’erano Antonella, Patrizia e Bianca e devo dire che ho avuto la sensazione nettissima che la loro presenza abbia reso i ragazzi del Cremella oltremodo concilianti. Ringrazio anche tutti quelli che hanno corso portando i nostri colori a un piazzamento finale molto dignitoso, in considerazione del fatto che non siamo mai stati più di 10-11 (vado a memoria) e che a Carate eravamo 6. Grazie a Fra Vitale che essendo un giovanotto e correndo nell’ultima batteria, a Carate è giustamente arrivato più tardi e non ha trovato praticamente nessuno (a parte GP che è uno che con il cross non si scherza!). Grazie a Patrizia che ha portato a casa un “titulo” dato che è arrivata prima della sua categoria nella classifica finale. La speranza è quella di rivedere tutti il prossimo anno schierati sulla linea di partenza. Io ce la metterò tutta per esserci. Questa volta non ho poesie per chiudere, ma ho trovato una frase di Gilberth Keith Chesterton che voglio condividere con voi. “La serietà e la gravezza non sono virtù. Sembra quasi un’eresia, ma la serietà è un vizio. Prendersi sul serio, essere pesanti è facile. Difficile è essere leggeri. Satana è precipitato per forza di gravità”. 5^ tappa - Carate Brianza, sabato 28 feb. 2015
CLASSIFICA INDIVIDUALE FINALE
CLASSIFICA FINALE DI SOCIETA'
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MarcoFrig